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martedì 26 novembre 2013

Amedeo Amadei (Fornaretto)

A 92 anni è scomparso Amedeo Amadei, uno dei più grandi goleador della storia del calcio italiano. Il nome di Amadei è sempre stato identificato con quello della Roma, pur avendo giocato con notevole successo anche con Inter e Napoli.

La carriera di Amadei è un portento di precocità e, allo stesso tempo, di longevità agonistica: esordio in serie A a 15 anni, quasi vent’anni di carriera e in mezzo una guerra mondiale. Nato a Frascati, dove la famiglia gestiva un panificio, Amadei dopo aver letto l’annuncio su un giornale si presenta in bici con un amico ai provini della Roma. Il tutto a insaputa dei genitori. La Roma gli offre subito un posto in squadra. Offerta respinta dal padre che lo vuole impegnato nell’attività di famiglia assieme alle sorelle, ma sono proprio loro a farsi carico del lavoro aggiuntivo pur di consentire al fratello di coronare il suo sogno.
Il 2 maggio 1937 all’età di 15 anni “Fornaretto” Amadei esordisce in serie A con la Roma e una settimana dopo sigla il primo gol: primati tutt’ora ineguagliati (nove i giorni di differenza con Gianni Rivera che nel 1959 esordì in A con la maglia dell’Alessandria).

Nel 1938 Amadei viene ceduto in presto all’Atalanta, poi torna a Roma dove resterà sino al 1948. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale s’impone come l’incontrastato re di Testaccio (“l’ottavo di Re di Roma”), guidando nella stagione 1941-42 i giallorossi alla conquista del primo Scudetto con ben 18 reti in 30 partite. Viene anche squalificato a vita (e poi amnistiato) per un calcio all’arbitro (mai dato, ma si scoprirà solo più avanti) durante una sfida di Coppa Italia col Torino. Nel 1948 passa all’Inter, chiudendo la carriera in giallorosso con 116 gol (13 più del mitico Rodolfo Volk): segnature che per mezzo secolo gli assicurano il titolo di miglior goleador della storia romanista. Un primato eguagliato e superato solo negli anni Ottanta da Roberto Pruzzo (138) e più recentemente da Francesco Totti (285).

Amadei amava la Roma al punto da chiedere, inascoltato, all’Inter di non schierarlo contro la sua ex squadra. Nel biennio in nerazzurro Amadei conferma la sua media gol segnando 42 reti in 70 partite. Nel 1950 passa all’ambiziosissimo Napoli di Achille Lauro che negli anni successivi avrebbe portato al San Paolo anche lo svedese Jeppson (scomparso pochi mesi fa), per mettere in piedi una squadra da titolo. Coi biancoazzurri Amadei mantiene la media rispettabile di un gol ogni tre gare ma il titolo non arriva. Nel 1956 Lauro gli affida il ruolo di allenatore-giocatore per sostituire in panchina il tecnico Monzeglio (suo ex compagno alla Roma), allo scopo di raddrizzare una stagione partita con l’ambizione di competere per lo scudetto e che invece vede la squadra evitare di poco la retrocessione. Col campionato 1955-56 si chiude la ventennale carriera di calciatore di Amadei. Quella da allenatore non lo vedrà mai sulla panchina della Roma – grande rimpianto – ma solo su quelle di Napoli (sino al 1961 e premiato col Seminatore d’oro nel 1958) e Lucchese (nel 1963).


"Non potete pretendere che pugnali mia madre!" 

AS Roma - Cagliari 0-0

ROMA-CAGLIARI 0-0

ROMA:  De Sanctis; Maicon (81' Bradley), Benatia (90' Burdisso), Castan, Dodò; Pjanic, De Rossi, Strootman; Florenzi (69' Borriello), Ljajic, Gervinho.
A disp.: Lobont, Skorupski, Burdisso, Jedvaj, Romagnoli, Bradley, Marquinho, Taddei, Ricci, Borriello, Destro, Caprari.
All. Garcia.

CAGLIARI: Avramov; Pisano, Rossettini, Astori, Murru; Dessena, Conti, Eriksson; Cossu (81' Cabrera); Sau (65' Pinilla), Ibarbo (93' Ariaudo).
A disp.: Adàn, Ariaudo, Avelar, Del Fabbro, Cabrera, Pinilla, Nenè, Ibraimi.
All. Lopez.

Arbitro: Celi di Bari. Assistenti: Giachero e Petrella.
Assistenti di porta: Baracani e Di Bello.
Note: recupero 1' nel primo tempo, 4' nel secondo tempo.
Spettatori: 39.000 (100 Cagliaritani)

MIGLIORI: Florenzi, De Sanctis, Benatia
PEGGIORI: Ljajic, Dodò, Borriello


La Roma non è più in testa alla classifica. Mai accaduto dall’inizio della stagione. Dopo tredici giornate, la Juventus campione d’Italia si riprende il primato. Il vantaggio è minimo: 1 punto. Ma Garcia, pur restando l’unico tecnico imbattuto del campionato, non può negare la flessione: quello con il Cagliari è il terzo pari di fila. I bianconeri in tre gare hanno recuperato 6 punti e ora sono davanti.

La novità è, però, nel punteggio: per la prima volta i giallorossi non segnano. Il portiere Avramov è il migliore in campo, con interventi spettacolari e decisivi; Gervinho, di nuovo titolare, prende il palo. Ma la Roma sembra stanca. Garcia utilizza sempre gli stessi giocatori, non avendo ricambi nei ruoli che contano. Basta pensare che quando esce Maicon, entra Bradley per fare il terzino destro (Torosidis è infortunato). L’assenza di Totti, ormai fuori dal 18 ottobre, pesa: senza il capitano, 4 gol in 5 partite. Proprio nella notte dedicata al fornaretto Amadei, centravanti dello scudetto del ’42. Ljajic non si accende e Borriello, entrato nella ripresa, sembra il centravanti meno adatto per il gioco del tecnico francese. Gervinho dura un tempo. Anche Pjanic e Strootman stentano. De Rossi, a centrocampo, non basta.

Il più bravo, alla fine, è De Sanctis, con due parate che incidono sul risultato. Il Cagliari, dopo due successi consecutivi all’Olimpico, stavolta si deve accontentare del pari. E per la prima volta in questo torneo non subisce reti. La Roma, invece, può essere soddisfatta di avere 7 punti di vantaggio sull’Inter quarta. Il distacco conta per il salire sul podio per la prossima Champions.




CURVA SUD
Cagliaritani

Il commento: "Innanzitutto auguro alla Sardegna di riprendersi presto dopo la terribile alluvione che nei giorni scorsi ha compiuto una vera e propria strage. Detto questo, terza pareggio di fila, che ancora una volta ci va stretto. Tante, tantissime occasioni, ma zero gol, si sente la mancanza di un vero centravanti e si sente anche la mancanza di Totti. Ora siamo a -1 dalla Juve, non dobbiamo smettere di credere in questo sogno. FORZA ROMA!"

sabato 16 novembre 2013

Statistiche AS Roma alla 12^ giornata

Vittorie: 10
Pareggi: 2
Sconfitte: 0
Gol fatti: 26
Gol subiti: 3
Miglior marcatore: Florenzi (4)
Altri marcatori: Gervinho, Ljajic, Pjanic, Totti (3) 
Miglior assistman: Totti (6)
Possesso palla: 58,0 %
Passaggi riusciti: 86,6 %
Quota campione d'inverno: 2,50


AS Roma - Sassuolo 1-1

ROMA-SASSUOLO 1-1

ROMA: De Sanctis; Maicon, Castan, Burdisso, Balzaretti; Pjanic (75' Caprari), De Rossi, Strootman; Florenzi (83' Marquinho), Borriello (32' Bradley), Ljajic. A disp.: Lobont, Skorupski, Dodò, Romagnoli, Jedvaj, Torosidis, Bradley, all. Garcia

SASSUOLO: Pegolo; Antei, Bianco, Acerbi; Gazzola (71' Kurtic), Marrone, Magnanelli (76' Zaza), Longhi; Berardi, Floro Flores, Missiroli (63' Farias).
A disp. Pomini, Rosati, Rossini, Ziegler, Schelotto, Kurtic, Chibsah, Laribi, Zaza, Alexe, Masucci, Farias.
All.: Di Francesco.

Arbitro: Giacomelli di Trieste.
Assistenti: Crispo e Nicoletti. IV uomo: Passeri.
Assistenti di porta: Mazzoleni e Maresca.
Reti: 19' Longhi (aut., R), 94' Berardi (S)

Ammoniti: Strootman, Ljajic (R) , Magnanelli, Floro Flores, Berardi, Kurtic (S)
Spettatori: 46.000 (200 sassuolesi)


La Roma viene fermata 1-1 dal Sassuolo all'Olimpico. In pieno recupero un gol di Berardi (irregolare per un precedente fallo su Bradley) regala il punto alla squadra di Di Francesco, dopo lo svantaggio nel primo tempo arrivato per un'autorete di Longhi. Secondo pari consecutivo, il primo in casa, per i giallorossi dopo quello contro il Torino. Arriva anche il primo gol subìto all'Olimpico per la squadra di Garcia che, senza Borriello ko per infortunio, nel secondo tempo crea molte occasioni soprattutto con Ljajic, ma non riesce a trovare il gol del raddoppio. 

Dopo l'esperimento di Torino la Roma ritrova Pjanic in mediana con De Rossi e Strootman, a completare il centrocampo "formula vincente" dei giallorossi. In avanti Garcia si affida dal primo minuto a Ljajic, Borriello e Florenzi. Per il Sassuolo in attacco confermatissimo Berardi dopo la tripletta alla Sampdoria. Con lui Floro Flores. Ma nella sfida dell'Olimpico il dato che incuriosisce è soprattutto legato alle difese. Si affrontano, infatti, la migliore e la peggiore del campionato: la Roma con 2 reti al passivo, e il Sassuolo con 27 gol subiti. La squadra di Di Francesco, ex di giornata, parte senza grandi timori reverenziali, e cerca di farsi vedere in avanti con alcune interessanti conclusioni da fuori. Sempre attento De Sanctis, ben protetto da Burdisso e Castan (assente Benatia per squalifica). In fase offensiva i giallorossi si fanno vedere soprattutto sfruttando le incursioni sulle fasce, con Borriello che si allarga sulla sinistra e crea spazio per gli inserimenti dei centrocampisti. Il Sassuolo sembra andare in affanno quando la Roma manovra in velocità, e fatica soprattutto a contenere un Pjanic particolarmente ispirato. La gara resta sostanzialmente in equilibrio, ma quando i padroni di casa spingono con maggiore convinzione riescono a trovare il vantaggio. 

Pegolo si supera su una conclusione ravvicinata di Balzaretti, ma non può nulla sullo sfortunato rinvio di Longhi che deposita la palla nella propria porta. Il Sassuolo prova a reagire, ma paga spesso la differenza tecnica con i giallorossi. Gli ospiti riescono, comunque, a tenere bene il campo, e provano ad approfittare dei pochi spazi concessi dalla squadra di Garcia. Alla mezz'ora la Roma perde Borriello che, toccato duro, deve lasciare il campo. Al suo posto entra Bradley. I giallorossi tornano a farsi vedere in avanti nel finale, e sfiorano il raddoppio dopo una bella combinazione tra Pjanic e Ljajic che conclude sul primo palo ma trova Pegolo pronto alla deviazione. 

Ripresa con gli stessi 22 del primo tempo e con la Roma che alza il ritmo alla caccia del raddoppio. Ci prova Ljajic con un'incursione nell'area avversaria, ma viene fermato da una spallata di Marrone. Per l'arbitro Giacomelli è tutto regolare. La Roma insiste e sempre Ljajic non arriva di poco su un bel cross di Maicon. Il serbo è decisamente più in palla rispetto ai primi 45' di gioco, e va nuovamente molto vicino al gol con un tocco ravvicinato sul quale è ancora decisivo Pegolo. Il Sassuolo soffre il forcing giallorosso, e Di Francesco prova a inserire forze fresche con Farias per Missiroli e poi Kurtic per Gazzola. La Roma, però, resta in pressione, ed è sempre Ljajic a sfiorare il raddoppio con un tiro rasoterra sul quale salva ancora Pegolo. Poco dopo il serbo va nuovamente giù dopo un contatto in area, e viene ammonito per simulazione. Il gol della sicurezza non arriva, e Garcia prova la carta Caprari al posto di Pjanic. Nel Sassuolo entra Zaza al posto di Manganelli.Nei giallorossi spazio anche a Marquinho per Florenzi, con Gervinho che resta in panchina. 

Col passare dei minuti comincia ad affiorare la stanchezza e il Sassuolo per poco non approfitta di un errore di Burdisso in disimpegno. A salvare il risultato per la Roma è De Sanctis che si oppone alla conclusione a botta sicura di Floro Flores. Sul fronte opposto, invece, è Pegolo a vincere nuovamente il duello con Ljajic che questa volta non è perfetto nella conclusione. La porta del Sassuolo sembra stregata per l'ex attaccante della Fiorentina e per la Roma che, in pieno recupero, subisce il pareggio-beffa del Sassuolo: è Berardi a trovare il gol dell'1-1 con una bordata dal limite dopo una mischia in area nel quale c'è un fallo ai danni di Bradley.

Tevere semi-piena
Curva Nord e Settore Famiglie esauriti
15 anni Irish Clan AS Roma
Sassuolesi

Il commento: "Altro pareggio, che però rode di più rispetto a quello di Torino. I presupposti per una larga vittoria c'erano tutti, ma la Roma senza Totti e Gervinho non è concreta in attacco e senza Benatia in difesa scricchiola un po'. Restiamo in vetta anche se la Juve si avvicina (-1). SEMPRE FORZA ROMA! DAJE!"

lunedì 4 novembre 2013

Torino - AS Roma 1-1

TORINO-ROMA 1-1

TORINO (4-4-2): Padelli; Darmian, Glik, Moretti, D'Ambrosio; Cerci (dal 44' s.t. Maksimovic), Gazzi, Basha, El Kaddouri (dal 30' s.t. Bellomo); Meggiorini, Barreto (dal 14' s.t. Immobile). (Gomis, Berni, Bovo, Masiello, Pasquale, Brighi). All. Ventura.

ROMA (4-3-3): De Sanctis; Maicon, Benatia (dal 28' s.t. Marquinho), Burdisso, Balzaretti; Bradley, De Rossi, Strootman; Florenzi (dal 42' Dodò), Borriello (dal 22' s.t. Ljajic), Pjanic. (Lobont, Skorupski, Jedvaj, Torosidis, Romagnoli, Taddei, Caprari, F. Ricci, Di Mariano). All. Garcia.

ARBITRO: Banti di Livorno.
MARCATORI: Strootman (R) al 28' p.t.; Cerci (T) al 18' s.t.
NOTE: spettatori 16.276 (2000 Romanisti), incasso 311.141 euro. 

MIGLIORI: Pjanic, Strootman, De Sanctis

PEGGIORI: Borriello, Maicon, Marquinho


Si ferma a Torino la folle corsa della Roma. Proprio un ex giallorosso, Cerci, firma il gol che interrompe l’imbattibilità di De Sanctis (744’) e la striscia record di dieci vittorie consecutive. La squadra di Garcia torna a casa delusa e in polemica con l'arbitro Banti, reo di non aver concesso ai romanisti un rigore su Pjanic al 27' della ripresa sull'1-1. In vantaggio nel primo tempo con Strootman, la Roma questa volta non è riuscita a mantenere il risultato fino alla fine. Merito soprattutto della squadra di Ventura, che nella ripresa è cresciuta molto meritando il pareggio. In attesa dello scontro diretto di domenica prossima, Juve e Napoli sono ora a -3 dalla capolista. 

Tante, forse troppe, le difficoltà per Garcia contro i granata. Alle assenze di Totti, Gervinho e Destro in attacco, questa volta si è aggiunta anche quella di Castan al centro della difesa. Rispetto alla formazione schierata contro il Chievo, il tecnico rivoluziona la difesa per tre quarti. Fuori Torosidis, Dodò e soprattutto il centrale, rientrano dal 1’ Maicon, Balzaretti e il ‘debuttante’ Burdisso (ultima partita contro la Lazio nella finale di Coppa Italia). La sorpresa principale Garcia la riserva però per l’attacco, dove Ljajic non parte titolare. Il tecnico giallorosso preferisce coprirsi più del solito, mettendo in campo un tridente con Borriello punta centrale e Florenzi e Pjanic a supporto. Con De Rossi e Strootman, quindi, c’è Bradley a completare il trio di centrocampo. L’americano, jolly vincente di Udine, ripaga la fiducia correndo e sacrificandosi per tutto il campo. Il Torino, invece, è soprattutto Alessio Cerci. L’ala granata, a suo agio nel 4-2-4 impostato da Ventura, crea spazi e occasioni mettendo in grande difficoltà Balzaretti nell’uno contro uno per tutta la gara. 

Il Toro, partito veloce e aggressivo, con il passare dei minuti lascia metri e gioco alla Roma, ritirandosi nella propria metà campo. I giallorossi avanzano, mettono pressione alla difesa granata e al 28’ passano. Bellissima intuizione di Balzaretti sulla sinistra, Pjanic riceve palla e dal fondo trova in area Strootman per un comodo appoggio in rete. Lo schiaffo sveglia il Toro, trascinato dall’incontenibile Cerci. L’ex romanista le prova tutte: una punizione finita alta, un sinistro a giro che De Sanctis devia in angolo, per finire con una progressione che si lascia dietro quattro avversari prima di regalare a El Kaddouri una preziosa opportunità mal sfruttata dal belga-marocchino. 

Saltati i tatticismi iniziali, nella ripresa la gara è più aperta ed equilibrata. Il Torino chiede il calcio di rigore per un colpo di mano di Balzaretti in area sugli sviluppi in un angolo, ma Banti lascia correre. Inevitabilmente, aumenta anche il nervosismo. La Roma fa fatica a ripartire, Borriello non riesce a far salire la squadra e il Toro rinasce. Al 12’ De Sanctis vola per respingere uno spettacolare sinistro al volo di Meggiorini, ma al 18’ nulla può sull’inserimento sotto porta di Cerci. Garcia è preoccupato e cambia. Fuori Borriello, dentro Ljajic. Il ritmo del Toro è indemoniato, la Roma sbanda in un paio di occasioni e al 27’ perde anche Benatia per infortunio. Dentro Marquinho, De Rossi scala centrale al fianco di Burdisso. Poi l’episodio che fa infuriare i giallorossi. Pjanic entra in area granata e viene sgambettato. L’arbitro fa proseguire fra le proteste di Garcia e dei giocatori. Al 32’ un altro contatto sospetto Maicon-Bellomo al limite, ma anche in questo caso Banti decide di non intervenire. Il finale è tutto della Roma, ma il Toro regge l’urto e festeggia il punto come un’impresa.

Settore Ospiti Roma
Curva Maratona Torino
Il commento: "Ancora un'ottima prestazione della Roma, che però questa volta non va oltre al pareggio contro un Torino che gioca in 12 e le pesanti assenze di Totti, Gervinho e Castan. Per il resto, Roma ancora Capolista, a +2 su Juventus e Napoli, e a +16 sui laziesi."


sabato 2 novembre 2013

10 SU 10!


AS Roma - Chievo 1-0

ROMA-CHIEVO 1-0

Roma (4-3-3): De Sanctis; Torosidis, Benatia, Castan, Dodò (65′ Balzaretti); Pjanic (81' Bradley), De Rossi, Strootman; Marquinho (58′ Florenzi), Borriello, Ljajic. A disp.: Lobont, Skorupski, Burdisso, Romagnoli, Jedvaj, Taddei, Ricci, Caprari, Di Mariano. All. Garcia

Chievo (3-5-2): Puggioni; Dainelli, Claiton (63′ Papp), Frey; Sardo, Bentivoglio (78' Acosty Boadu), Rigoni, Hetemaj, Dramé (66′ Estigarribia); Paloschi; Paloschi. A disp: Silvestri, Squizzi, Bernardini, Pamic, Improta, Sestu, Radovanovic, Ardemagni, Kupisz. All.: Sannino.

Arbitro: Peruzzo
Marcatori: 68′ Borriello
Ammoniti: Sardo, Dainelli, Hetemaj, Pellisier, Rigoni (C), Castan, Pjanic, Ljajic (R)
Spettatori: 44.151

MIGLIORI: Borriello, Florenzi, Pjanic

PEGGIORI: Dodò, Torosidis, Marquinho

Marco Borriello
Cade anche il limite estremo del mondo conosciuto al calcio italiano, cade anche l'ultima barriera che la storia aveva posto davanti alla Roma di Garcia, ancora una volta vincente. È la 'Decima', è il simbolo della rivoluzione giallorossa che non può chiamarsi fino in fondo tale se non la modifica, la storia, se non la cambia, se non la rinnova con colori diversi. Trenta punti su trenta, un orizzonte che mai nessuno aveva raggiunto: una realtà che stasera si fonde nell'epica, un confine oltrepassato sfidando ogni paragone e superato grazie a Borriello, eroe per una notte trionfale grazie al gol che abbatte il Chievo e che fa continuare la corsa a folle velocità dei giallorossi in testa al campionato. 

All'Olimpico c'è grande attesa, la Juve e il Napoli sono col fiato sul collo e non si può sbagliare. Garcia come annunciato fa turnover, Dodò e Marquinho in campo. Nel 3-5-2 di Sannino c'è Dainelli al centro della difesa ma non c'è Thereau, ultimo giustiziere dei giallorossi nella stagione precedente. Prima contro ultima, la squadra con la difesa più forte in Europa contro quella che ha segnato meno in trasferta, undici uomini contro un mondo giallorosso: sulla carta non c'è partita. Ma non c'era neanche nell'ultimo testacoda di Serie A, Napoli-Sassuolo. Si parte con Borriello, Marquinho e Strootman: di testa e di piede, la Roma inizia a cercare il gol. Funziona alla meraviglia il centrocampo di Garcia, anche perché il mandato tattico dei veronesi è chiarissimo: spazio concesso fino alla trequarti, poi barricate. E vista la diga gialla a difesa di Puggioni, continuano a piovere le conclusioni dalla distanza: Torosidis da destra, Strootman dal centro, Marquinho da sinistra ma l'equilibrio non si rompe. Tra un tiro e l'altro il Chievo costruisce la sua unica grande occasione: Sardo per Rigoni dal limite, finta di tiro e verticalizzazione per un Paloschi liberissimo in area, stop tanto facile quanto sbagliato e occasione che sfuma. Gialli per Sardo e Castan (salterà il Torino), sul fallo del brasiliano Paloschi va in gol a gioco fermo e in fuorigioco. Senza il genio di Totti la Roma cerca spazio con le ondate sulle fasce di Dodò e Torosidis che però si infrangono davanti al muro ospite eretto ai venti metri. Quando poi compare qualche incrinatura per qualche iniziativa personale si passa alle maniere forti: non punite quando Ljajic viene steso al limite dell'area, col giallo per Dainelli quando Borriello viene falciato. Ma anche i calci piazzati in questo primo tempo vanno a riempire la casella dei tiri non vincenti, intervallo a reti inviolate. E c'è chi parla già di troppi gufi, nella sera di Halloween. 

Si riparte, Ljajic prova subito lo spunto. Pjanic giù duro su Hetemaj: giallo anche per il bosniaco. Il Chievo continua a chiudersi e a lanciare lungo, passano i minuti e sale il nervosismo, le stoccate di Pjanic e De Rossi si infrangono sul muro di gomma del Chievo. Garcia smuove le acque: dentro prima Florenzi per l'ultima mezz'ora, poi Balzaretti per Dodò, iniezione di energia sui lati. E ancora una volta La mossa del tecnico francese si rivela semplice quanto vincente, perché al 23' è proprio Florenzi, più attaccante di Marquinho, che controlla in area e serve il pallone giusto a Borriello: Dainelli bruciato sul tempo e di rapina, furbizia e di testa arriva il primo gol stagionale del centravanti giramondo, mai troppo amato in giallorosso e che con questa maglia non andava a segno dal 2011. Il boato dell'Olimpico è inenarrabile, è il gol che alimenta un sogno tanto silente quanto coltivato. Volano gialli, Pellissier e Rigoni, mentre Garcia inserisce anche il talismano di Udine, Bradley. Il neoentrato Acosty prova a creare qualcosa per gli ospiti ma ormai il piano tattico del Chievo è troppo usurato per essere modificato in corsa, la capolista ha buon gioco a controllare senza problemi e ad andarsene ancora una volta, ancora in fuga, ancora vincendo: dove nessuna squadra italiana si era mai spinta prima.

Rudi Garcìa

"La morte non ha colori ne bandiere"
"La nostra bandiera d'amore, è il solco della tradizione!"
"Salviamo Campo Testaccio!"
CURVA SUD
Chievo
Il commento: "E sono 10!!!! DIECI!!! Record assoluto nella storia della Serie A! Partita difficile, con il Chievo che fa un catenaccio d'altri tempi. Ma alla fine la risolve il redivivo Borriello, DAJE COSI', FORZA ROMA!"