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venerdì 14 febbraio 2014

lazio - Roma 0-0

LAZIO-ROMA 0-0

LAZIO: Berisha; Konko, Biava, Dias, Radu; Gonzalez (79′ Onazi), Ledesma, Lulic; Candreva, Klose, Keita (46′ Mauri).
A disp: Marchetti, Strakosha, Ciani, Cana, Cavanda, Pereirinha, Felipe Anderson, Crecco, Minala, Perea, Kakuta.
All. Reja

ROMA: De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Torosidis; Pjanic (79′ Ljajic), De Rossi, Strootman; Florenzi (64′ Bastos), Totti (82′ Destro), Gervinho.
A disp.: Skorupski, Lobont, Toloi, Jedvaj, Romagnoli, Nainggolan, Taddei, Ricci, Mazzitelli, Destro.
All. Garcia.

Arbitro: Orsato di Schio. Assistenti: Di Liberatore e Cariolato. IV uomo: Stefani. 
Note: ammoniti Benatia (R), Lulic, Candreva, Mauri (L), Strootman (R). Recupero 1′ pt, 2′ st.
Spettatori: 50.000 circa (23.000 romanisti)

MIGLIORI: Gervinho, Castan, Bastos

PEGGIORI: Florenzi, Benatia, Totti


Il derby di ritorno non prevede gol. Resta sul terreno, dopo i veleni per fortuna più a parole che nei fatti, solo il pareggio. Come voleva Reja, imbattuto in campionato. Garcia, invece, puntava al successo, il settimo di fila, contando i tre di Coppa Italia. Insomma il punto va bene alla Lazio e non alla Roma. Anche perché il fine gara è coinciso con il pareggio di Juanito Gomez, capace con l’ex giallorosso Toni, di fermare la Juve al Bentegodi: il Verona di Mandorlini rimonta dallo 0 a 2 e festeggia il pari a fine recupero. Dunque la capolista non aumenta il vantaggio che rimane di 9 punti (e 1 gara in più). Ma sarebbe stato il pomeriggio ideale per avvicinarla.

Il rimpianto della Roma è grande. Perché ha fatto la partita nei due tempi, perché De Sanctis non fa nemmeno una parata come gli è accaduto spesso in questa stagione, perché la difesa giallorossa non ha proprio rivali in serie A con 11 reti prese in 22 giornate e perché tecnicamente i giocatori di Garcia hanno mostrato di essere nettamente superiori ai biancocelesti. Qualcosa è, però, macato davanti: l’attacco, per la terza volta in questo torno, ha fatto cilecca. Come con il Cagliari all’Olimpico, nell’altro 0 a 0 della stagione, come contro la Juve a Torino, nel 3 a 0 che resta l’unica sconfitta. Davanti si sono alternati Florenzi, Totti, Gervinho, lo stesso Pjanic da trequartista, poi Bastos, Ljajic e Destro. Tanti errori sul più bello. Nel passaggio decisivo o nel tiro davanti a Berisha che è stato bravo giusto un paio di volte.

La felicità della Lazio è giusta. Perché Reja ferma anche la Roma dopo la Juve. Solo il Napoli, delle prime tre in classifica, ha battuto i biancocelesti. In Coppa Italia, eliminandoli nel quarto al San Paolo e di misura. In sei partite di campionato il nuovo tecnico, richiamato da Lotito dopo Natale al posto di Petkovic, conta 12 punti, con 3 vittorie (2 esterne) e 3 pareggi. Nel derby non si è vergognato di mettere in piazza i difetti del suo gruppo. Per questo ha alzato il doppio muro: non il 4-3-3 annunciato, ma il 4-5-1 prudente, con Candreva e Keita sugli esterni a bloccare le iniziative degli avversari sui lati e lo schermo di Ledesma davanti alla difesa. Nella ripresa, con il ritorno in campo di Mauri dopo quasi nove mesi (ultima gara il 26 maggio, per alzare la Coppa Italia dopo la finale vinta proprio contro la Roma), il 4-4-1-1. Mossa azzardata perché il nuovo entrato non è in condizione e la Lazio non ha ricevuto il contributo che si attendeva.

L’unico gol è stato del solito Gervinho che ha ripreso la respinta di Berisha sul destro di Maicon e ha segnato a porta vuota. Ma era in fuorigioco, pochi centimetri oltre Biava. Proteste minime: era il venticinquesimo del primo tempo, la Roma aveva tempo per fare una rete buona. Ci ha provato. Spingendo e sbuffando. Ma la Lazio ha tenuto. Soffrendo e combattendo. Il gol è poi arrivato. Dal Bentegodi, per il pari del Verona. Vista da lì, è come se la Roma avesse fatto il pieno nel derby. Perché non cambia niente in classifica, anche se Conte vede il traguardo più vicino. Un’altra giornata è passata.

GLI SFOTTO'

ROMA














LAZIO




















LE COREOGRAFIE

ROMA













LAZIO










CRONACA 









Il commento: "Occasione persa... peccato! La Lazio sembra il Chievo e schiera il modulo 8-1-1 con il quale riuscirà a malapena a fare un tiro in porta, per il resto dominio giallorosso che però s'infrange contro la difesa a 8 laziale, complice anche qualche errore di troppo sottoporta. Per fortuna il Verona ci salva al 94', il campionato non è ancora chiuso!".

Il tifo (da www.asromaultras.org): "In un'Olimpico mezzo vuoto grazie all'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, la Sud è piena e, al solito, sceglie una coreografia non dichiarata neanche ai controlli ai cancelli che si risolve nel quadro con i colori di Roma e una frase poetica in campo: "Dell'amor che vince il tempo siamo il ritratto. Amor che vince il tempo e resta intatto". Dopo di che torce, bomboni, ancora torce e ancora bomboni. Una bella risposta ai laziali che non sanno evidentemente tenere il segreto su uno striscione che parla di coreografie autorizzate in epoche in cui forse la situazione era un po' diversa e un "Ma nun ve vergognate" che repilca all'esposizione di una anonima bandiera giallorossa in curva nord oltre a uno stendardo "noi non supereremo mai questa fase", nuova frontiera ultras che sottrae vessilli in metropolitana quando la Roma gioca in casa. Altro striscione dedicato al "Manipolo" laziale che - diceva una voce in curva - aveva ricevuto una visita dei giallorossi al punto di ritrovo".

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