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mercoledì 12 dicembre 2012

HALL OF FAME AS ROMA

Logo della HALL OF FAME
Non erano in molti ma quasi tutti, almeno coloro che fanno parte della categoria degli 'anta, avevano le lacrime agli occhi. In uno stadio Olimpico che avrebbe meritato una cornice di pubblico decisamente migliore(c'erano alcune migliaia di persone, poi andate progressivamente aumentando), prima di Roma-Atalanta, è successo qualcosa che ha riportato al calcio di una volta, all'epica di questo sport che fa parte della cultura di un paese non a caso quattro volte campione del mondo e in particolare di una città, la capitale, che non ha vinto molto sul campo ma non ha uguali per passione. 

La Roma ha celebrato i suoi campioni di una volta, che entrano a far parte di una "Hall of fame" per ora solo virtuale, visto che ancora non esiste lo stadio di proprietà che ne sarà la sede, ma che sono già nei cuori della gente. Tancredi, Cafu (unico assente per impegni in Brasile), Losi, Aldair, Rocca, Bernardini, Di Bartolomei, Falcao, Conti, Pruzzo, Amadei. Questi i nomi che hanno fatto emozionare tutti coloro che erano bambini, o anche uomini già fatti, e oggi hanno rivisto i loro idoli, spiegando ai figli che tenevano per mano (la Roma continua nella sua encomiabile politica di riportare le famiglie allo stadio) chi fossero quei campioni eletti «immortali», come spiega lo speaker, o anche quelli che avevano sfilato prima, come Cudicini, Kriezu (scomparso di recente, c'era il figlio), Vierchowod, De Sisti, Giannini, Rizzitelli, il "leone di Borgo Pio" Ferraris IV (rappresentato da un emozionatissimo nipote), Ginulfi, «quello che parò un rigore a Pelè», come spiega un nonno al nipotino, e tanti altri. Poi ecco i magnifici undici pronti a ricevere una maglia speciale che li immortala leggende della Roma, mentre per quella che continua ad esserlo sul campo spunta in curva sud uno striscione con la scritta «Totti 2012, for President». 

C'è Losi "core de Roma", poi Aldair e la gente non si trattiene, partono i cori e passa Francesco Rocca che batte la mano sul cuore e fa commuovere chi ricorda la fine prematura della sua carriera. Poi la figlia di 'Fuffò Bernardini, troppo bravo per poter giocare in azzurro il Mondiale del 1934, e la moglie di Di Bartolomei, e per tanti è bello poter cantare di nuovo «Ago, Ago, Agostino», ricordando quel gol all'Avellino e poi l'esultanza del capitano inginocchiato sul terreno dell'Olimpico: quel giorno si capì che la Roma avrebbe vinto il suo secondo scudetto. 

Entra Falcao ed è l'apoteosi perché lui rimarrà per sempre il Divino, e l'uomo che con il suo arrivo cambiò la storia di una squadra mai più "Rometta" dandole una mentalità vincente, lui che di campionati nazionali ne aveva già conquistati 3 in patria nell'Internacional di Porto Alegre. La figlia del "fornaretto" Amadei rimanda ai tempi di Testaccio, Pruzzo e Bruno Conti riformano per qualche minuto la micidiale coppia di un tempo e scambiano battute con il compagno che portava il n.5, del quale la gente si dimentica anche il rigore non tirato contro il Liverpool, perchè Roma vuol dire amore non solo quando si legge il suo nome al contrario. Vale anche per chi oggi non è stato citato ma merita comunque il ricordo, come Nils Liedholm, Dino Viola e Franco Sensi. Questa 'Hall of Fame alla romana è stata non un'americanata ma una bella iniziativa in nome del calcio che non c'è più e di quel sentimento "pallonaro" che si vorrebbe sempre vedere. Ben vengano quindi altre cose del genere, non solo nella capitale, se servono a far rivivere certe emozioni, e a trasmetterle alle nuove generazioni.

ORARIO HALL OF FAME: 11:00! E ce credo che c'era poca gente!  Che peccato...

  
  
       


19/10/2012: Cafù, assente alla Hall Of Fame ritira a Trigoria la sua maglia celebrativa

Cafù e Baldini

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