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mercoledì 31 luglio 2013

Morgan De Sanctis

Morgan De Sanctis 2012.jpgProdotto del vivaio del Pescara, rimase nel capoluogo adriatico per 3 stagioni dal 1994 al 1997. Ebbe un esordio fortunoso in Serie B, quando da terzo portiere del Pescara (giocava nella Primavera) fu costretto a debuttare per l'infortunio di entrambi i portieri della prima squadra e sul campo neutro di Francavilla al Mare parò un rigore a Christian Vieri, che a quel tempo militava nel Venezia.

Nel 1997, a 20 anni, viene acquistato dalla Juventus per 1,5 miliardi di lire. Nella prima stagione non viene mai impiegato, chiuso da Peruzzi e Rampulla, mentre la squadra vince lo scudetto e arriva in finale di Champions League. Nel campionato seguente, il 6 dicembre 1998 debutta con la maglia bianconera ed in Serie A nella partita Juventus-Lazio (0-1). Scende poi in campo altre 3 volte, 2 in campionato ed una in Coppa Italia. Nei due anni alla Juventus ha pertanto giocato 4 gare subendo 2 reti.

Nel 1999 passò all'Udinese, collezionando 8 presenze il primo anno e 3 nel campionato successivo. Nell'estate del 2000 vinse la Coppa Intertoto. Nel 2001-02 giocò da titolare le ultime 10 partite stagionali, e a partire dal 2002, a 25 anni, si conquistò il ruolo di portiere titolare della squadra, subentrando a Luigi Turci. Con l'Udinese ha giocato 194 partite di Serie A in 8 stagioni, oltre ad alcuni numerosi incontri di Coppa UEFA e di Champions League.

Nel luglio 2007 chiese d'ufficio la rescissione del contratto alla FIFA, avvalendosi della norma secondo cui un calciatore che ha superato i 29 anni può richiedere l'interruzione del contratto con una squadra pagando un indennizzo basso. Firmò poi con il Siviglia, dove è stato il portiere di riserva.
Il 31 luglio 2008 va in prestito al club turco del Galatasaray. Il 17 agosto vince la Supercoppa di Turchia battendo 2-1 il Kayserispor, anche se non gioca la partita. Nel resto del campionato è invece titolare.

Rientrato al Siviglia al termine del prestito, il 24 luglio 2009, a 32 anni, viene acquistato a titolo definitivo dal Napoli con cui firma un contratto quadriennale. Esordisce in maglia azzurra il 16 agosto 2009 nel match di Coppa Italia contro la Salernitana, terminato 3-0 per i partenopei. Lungo la stagione, dopo qualche piccola incertezza iniziale, si conferma un portiere molto affidabile, parando anche 3 rigori e mantenendo la porta inviolata per 588 minuti in 6 partite, perdendo l'imbattibilità per mano di Antonio Di Natale in Udinese-Napoli (3-1 per i padroni di casa). Grazie anche al grande fair play dimostrato nel corso del campionato, vince il "Pallone d'Argento". Nella stagione successiva si conferma titolare affidabile, ottenendo anche il primato assoluto di imbattibilità casalinga della storia partenopea: fissato a 799 minuti, supera il precedente record di Luciano Castellini (763 minuti) che resisteva dal torneo 1981-1982. L'imbattibilità casalinga del portiere azzurro viene interrotta il 20 marzo 2011 per mano di Acquafresca che realizza al 56' la rete del momentaneo 1-1 di Napoli-Cagliari, partita terminata col risultato di 2-1 per i padroni di casa.

Al termine del campionato 2010-2011, conclusosi con la qualificazione del Napoli in Champions League, fa registrare un altro record: è l'unico calciatore della Serie A ad essere stato sempre presente in campo sia nella stagione appena conclusa che in quella precedente, disputando nella fattispecie 76 partite consecutive da titolare senza mai essere sostituito.

Il 7 giugno 2011 vince il Trofeo Rocky Marciano, il titolo di miglior sportivo abruzzese dell'anno.
In Champions League contribuisce alla qualificazione per gli ottavi di finale del Napoli. In Napoli-Bayern Monaco del 18 ottobre 2011, finita 1-1, para un rigore a Gómez.

Ceduto alla Roma, il 26 luglio 2013 acquista una pagina sul Corriere dello Sport per salutare i tifosi napoletani e testimoniare il suo legame con Napoli.

martedì 30 luglio 2013

Calendario Serie A 2013/14

1 giornata: LIVORNO-ROMA 
2 giornata: ROMA-VERONA
3 giornata: PARMA-ROMA
4 giornata: ROMA-lazio
5 giornata: SAMPDORIA-ROMA
6 giornata: ROMA-BOLOGNA
7 giornata: INTER-ROMA
8 giornata: ROMA-NAPOLI
9 giornata: UDINESE-ROMA
10 giornata: ROMA-CHIEVO
11 giornata: TORINO-ROMA
12 giornata: ROMA-SASSUOLO
13 giornata: ROMA-CAGLIARI
14 giornata: ATALANTA-ROMA
15 giornata: ROMA-FIORENTINA
16 giornata: MILAN-ROMA
17 giornata: ROMA-CATANIA
18 giornata: JUVENTUS-ROMA
19 giornata: ROMA-GENOA


La Curva Sud rimarrà chiusa nella prima partita in casa del campionato, ovvero la seconda giornata che è Roma-Verona.

Calendario completo

sabato 27 luglio 2013

Aris Salonicco - AS Roma 1-2

ARIS SALONICCO (4-4-2): Dioudis (12’ st Bouzanis), Iraklis (30’ st Damarlis), Pulido, Kyrgias, Margaritis, Oikonomopoulos (17’ st Sounas), Papadopoulos (30’ Lemonis), Triantafyllakos (30’ st Elsner), Stavropoulos (30’ Aganzo), Manias (17’ st Ageloudis), Udoji (17’ st Karagiannis).

All.: Chatzinikolaou.

ROMA (4-3-3): Skorupski; Torosidis (C) (62′ Taddei), Benatia (62′ Burdisso), Castan (45′ Romagnoli), Dodò (62′ Balzaretti); Pjanic (45′ Bradley), Strootman (62′ Jedvaj), Marquinho (62′ Verre); Lamela (45′ Totti), Borriello (62′ Borriello), Caprari (45′ Tallo).
A disp.: Lobont, Balzaretti, Burdisso, Jedvaj, Romagnoli, Taddei, Bradley, Verre, Totti, Osvaldo, Tallo.

All. Rudi Garcia

Marcatori: 18′ Udoji, 70′ Burdisso, 81′ Bradley

Note: Ammoniti Oikonomopoulos, Jedvaj


SECONDO TEMPO

90′ Termina il match
86′ Botta di Verre, Bouzanis para in due tempi
81′ GOOOOOOOOOOOOOOOL ROMA Cross al centro di Balzaretti, Bradley al centro calcia al volo e segna la rete del raddoppio
78′ Palo di Erotokritos dopo deviazione di Skorupski
70′ GOOOOOOOOOOOOOOOL ROMA Calcio d’angolo di Taddei, svetta Burdisso che segna di testa il gol del pareggio
62′ Per la Roma dentro Burdisso, Taddei, Verre, Jedvaj, Osvaldo, Balzaretti fuori Benatia, Marquinho, Verre, Torosidis, Borriello ,Dodò
61′ Dodò ci prova di destro, palla di poco alta
56′ Per l’Aris di Salonicco fuori Dioudis e Manias dentro Bouzanis e Aggeloudis
54′ Splendido cross di Totti per Maqruinho che impatta di testa, il portiere para sulla linea
53′ Mezza rovesciata di Borriello, palla di poco fuori
51′ Cross al centro di Totti che trova Borriello e colpisce di testa, il portiere para
45′ Per la Roma fuori Caprari, Lamela, Pjanic e Castan dentro Tallo, Totti, Bradley e Romagnoli
45′ Partiti

PRIMO TEMPO

46′ fine primo tempo
45′ Colpo di testa di Borriello, palla altta
43′ Lamela serve Caprari che controlla si smarca e tira dal limite, palla troppo alta
38′ Borriello prova il tiro dal limite, Dioudis para
32′ Verticalizzazione di Caprari per Lamela, Dioudis esce e blocca la sfera
29′ Strootman prova il sinistro dalla distanza, palla deviata in angolo dal portiere
27′ Caprari ci prova dal limite, palla di poco fuori
22′ Cross al centro di Dodò, Borriello prova la rovesciata palla fuori
19′ Ammonito Oikonomopoulos
18′ GOL ARIS SALONICCO Su punizione dal limite destro dell’area di rigore, Udoji segna il gol che porta in vantaggio i greci
14′ Lamela serve Caprari al limite dell’area che prova il tiro, mala sfera termina in angolo
7′ Cross di Torosidis per Marquinho ma Iraklis si rifugia in angolo
5′ Borriello prova l’incursione in area, ma la sfera finisce tra i piedi della difesa greca
1′ Partiti

LE PAGELLE

Skorupski 5.5: ha un incertezza sul gol dell’Aris Salonicco. Si riscatta nella ripresa con un ottimo intervento a salvare il risultato.

Torosidis 6: discreta spinta sulla fascia, serve un paio di cross interessanti. Dal 17’st Jedvaj sv.

Benatia 6: si posiziona con autorità al centro della difesa, accanto a Castan. I greci non fanno molto per movimentare la sua serata. Dal 17’st Burdisso 6.5: entra e segna il gol del pareggio.

Castan 6: l’Aris combina ben poco e per il brasiliano non è una serata particolarmente impegnativa. Dal 1’st Romagnoli 6: un buon intervento difensivo, di testa, poi il nulla. I padroni di casa non si fanno vedere spesso dalle sue parti.

Dodò 6.5: è tra le note positive di questa prima fase di precampionato. Fisicamente sta bene con il brasiliano che costituisce una continua spina nel fianco greco. Spinge tantissimo. Dal 17’st Balzaretti sv.

Pjanic 6: si posiziona sul centrodestra, con Strootman regista. Qualche buon suggerimento da parte del bosnaico che, però, sembra un pochino imballato. Con De Rossi e Strootman, potrebbe essere proprio questa la posizione di Pjanic nella prossima stagione. Dal 1’st Bradley 7: mezzo punto in più per il gol, che ha coronato una buona prestazione dell’americano. L’ex Chievo si interscambia molto con i suoi compagni ma gioca prevalentemente da interno, inserendosi in avanti con efficacia.

Strootman 6.5: è appena arrivato e deve quindi ancora conoscere i suoi compagni ma il talento c’è. Viene schierato da regista, smista palloni in quantità ma soprattutto in qualità, come testimoniano diversi assist per i suoi compagni. Un buon inizio. Dal 17’st Verre sv.

Marquinho 6: si muove molto e sfiora anche il gol, nella ripresa, con un colpo di testa agguantato in due tempi dal portiere. Dal 17’st Taddei sv.

Caprari 6.5: tra i più attivi, si mette in mostra con un paio di giocate interessanti. Vuole guadagnarsi la conferma da parte di Garcia e ce la sta mettendo tutta. Dal 1’st Tallo sv.: molto probabilmente partirà per farsi le ossa in club minore ma il giocatore ce la mette tutta e si muove parecchio per tutto il fronte offensivo.

Borriello 6: si muove parecchio. Tenta addirittura una rovesciata nel primo tempo e una semirovesciata nel secondo. Vuole il gol ma non è serata. Dal 17’st Osvaldo sv.

Lamela 5.5: non combina molto ma anche l’anno scorso impiegò qualche settimana in più degli altri per carburare. Dal 1’st Totti 6.5: parte dalla panchina e subentra all’argentino nel corso dell’intervallo. Qualche buon spunto per il Capitano giallorosso, che si posiziona sulla sinistra, così come evidenziato da queste prime settimane di lavoro.

Il commento: Spettacolare e rumorosa la curva dell'Ari che canta ininterrottamente per 90 minuti, spingendo la propria squadra alla vittoria, anche se non avviene. Per quanto riguarda la partita, buona prestazione del nuovo acquisto Strootman che è subito parso a suo agio con i compagni di squadra. Bene anche Caprari.

Aris Salonicco (Thessaloniki) Ultras

martedì 23 luglio 2013

22 luglio 1927


"Il 22 Luglio 1927 è nata non una squadra ma un sogno....questo siamo oggi,eravamo ieri,rimarremo sempre. Ogni 22 di luglio una lacrima scende sul mio volto e alimenta una passione...... Quella data è la nostra storia... Il primo passo... Sono grato al pioniere Foschi,perchè con la firma del 22 luglio ha reso possibile una meraviglia sportiva senza eguali.......". Dino Viola

L'Associazione Sportiva Roma (da qui in avanti A.S.Roma) venne "concepita" e "messa in pratica" principalmente da Italo Foschi. Assieme a lui ruotano nella preistoria della squadra parecchie altre persone: Sebastiano Bartoli, Ulisse Igliori, Vittorio Scialoja, i fratelli Crostarosa tanto per cominciare a citarne alcune.
La ragione del 22 luglio stà fondamentalmente in un atto scritto, l'Ordine del giorno numero 1, il primo documento esistente della squadra capitolina. Ripercorriamo brevemente come andarono i fatti nel periodo "giugno-luglio" di quel magnifico 1927.

Schema
Il 3 giugno, si incontrano le società "Fortitudo-Pro-Roma", "Alba-Audace" e "Lazio". 

Il 6 giugno, si incontrano nuovamente le società "Fortitudo-Pro-Roma", "Alba-Audace" e "Lazio".

Il 7 giugno, si incontrano le società "Fortitudo-Pro-Roma" e "Alba-Audace" e "Football Club di Roma" anche "Roman".

I presidenti Foschi (per la Fortitudo-Pro-Roma), Igliori (per l'Alba-Audace) e Scialoja (per il Roman) firmano delle carte, mai ratificate da un notaio e finora mai pubblicate da nessuna parte, sulla costituzione dell'Associazione Sportiva Roma. La ragione a mio parere più attendibile è spiegata bene nel libro Pionieri del calcio romano (tra l'altro bellissimo): "Uno dei motivi per cui le carte non furono sbandierate durante il Regime è dovuto al fatto che l'operazione venne condotta a termine non nel pieno rispetto dei regolamenti. Ne è la spia una circolare del 22.8.1927, dove il CONI ricordò agli Enti Provinciali Sportivi Fascisti il divieto di addivenire a soppressioni o fusioni di società senza avere prima ottenuto la sua approvazione: cioè, proprio quello che aveva fatto Foschi.".  AS Roma, 22 luglio, Ordine del giorno numero 1

8 giugno, i giornali locali ("Il Messaggero", "Il Tevere", "La Tribuna" ed altri) scrivono dell'avvenuta fusione tra le tre squadre.

16 giugno, debutto dell'A.S.Roma: Roma-Ute 2-2. Alle sei di pomeriggio sul campo dell'Appio giocano, in maglia rossa con rivolti gialli e pantaloncini bianchi: Ballante, Canestrelli, Bianchi, Fosso, Scocco, Zamporlini, Scardola, Jacobini, Bramante, Sbrana, Sansori. Riserve Evangelisti e Tomaselli. Solamente la metà faranno parte degli effettivi della prima Roma 1927/28. Il presidente dirama i calciatori della rosa solamente dopo la nascita vera e propria del 22 luglio.

17 giugno, Roma-Ute 2-1. Ferraris capitano, la Roma scende in campo con Rapetti, Mattei, Corbjons, Ferraris IV, Degni, Caimmi, Rovida, Cappa, Baros, Ziroli, Heger,. Riserve Chini e Giannelli. Sei elementi dell'Alba e cinque della Fortitudo. Allenano la squadra i tecnici di Alba e Fortitudo Ging e Piselli che di fatto non vengono ricordati come "i primi allenatori della Roma".

29 giugno, la Fortitudo capitanata da Attilio Ferraris e nella quale giocano molti altri futuri romanisti, si gioca contro il Casale allo Stadio l'accesso alla finale di Coppa Coni. Per raggiungerla dovrebbe vincere ma purtoppo non va oltre lo 0-0.

3 luglio, Fortitudo-Pro Roma ed Alba-Audace, composte da molti giocatori che a breve comporranno l'organico romanista, disputano la loro ultima partita di Coppa CONI.
10 luglio, termina il campionato 1926/27 che ha visto impegnate sia la Fortitudo-Pro Roma che l'Alba-Audace.

22 LUGLIO, IN VIA UFFICI DEL VICARIO 35, NASCE UFFICIALMENTE L'ASSOCIAZIONE SPORTIVA ROMA.


Viene stilato l'Ordine del giorno numero 1 nel quale vengono riconosciute le cariche societarie (lo potete vedere riprodotto qui sopra). Sebastiano Bartoli pone la prima firma esistente in nome e per conto dell'Associazione Sportiva Roma, è la sua infatti l'unica che compare nel documento.

23 luglio, Roma-Attila 0-6, la prima partita successiva alla nascita della Roma termina con una cocente sconfitta. In campo vanno però i calciatori meno forti, le prime linee giocheranno il giorno successivo e, sfruttando anche la stanchezza degli avversari che non avevano un'intera squadra di riserve, vinceranno per una rete a zero.

24 luglio, Roma-Attila 1-0. Rete di Danilo Sbrana.

25, 26 e 27 luglio, avvengono importanti riunioni in via Uffici del Vicario.

1 agosto, Italo Foschi dirama ai giornali la lista dei giocatori che comporranno l'organico della Roma.

6 agosto, la Roma invia le schede di adesione ai giocatori della S.S.Alba-Audace, SGS Fortitudo-Pro Roma e FC di Roma.

22 LUGLIO 1927 - 22 LUGLIO 2013 TANTI AUGURI A.S. ROMA


22 LUGLIO 1927

domenica 21 luglio 2013

AS Roma - Bursaspor 1-1


ROMA (4-3-3) Lobont (46' Skorupski); Torosidis (46' Dodo), Burdisso (62' Castan), Castan (33' Benatia), Balzaretti (62' Crescenzi); Pjanic (62' F. Ricci), Jedvaj (46' Marquinho), Bradley (62' Taddei); Totti (62' Caprari), Osvaldo (62' Borriello), Lamela (62' Tallo). A disp Julio Sergio, M. Ricci, Verre, Florenzi, Frediani.

All. Rudi Garcia.

BURSASPOR (4-2-3-1) Frey; Sener, Ibrahim, Renato, Taiwo; Samil, Belluschi (69' Murat); Tuncay, Pablo, Ferhat (46' Unal); Sestak.
All.Hikmet Karaman

Marcatori: 54' Sestak (B), 59' Osvaldo (ROMA)

Osvaldo calcia il rigore che Totti gli ha lasciato. Ansa
Alla fine il risultato, 1-1, conta poco. Alla fine tutto quello che di tecnico viene messo in mostra in Roma-Bursaspor passa in secondo piano di fronte a quello che succede al minuto 15 del secondo tempo. Con i turchi in vantaggio, c'è un rigore per la Roma. Totti prende il pallone e, proprio sotto alla tribuna dove sono sistemati i (pochi, circa una trentina) contestatori dell’italo-argentino gli cede il pallone: “Tira te”, gli dice il capitano, che già qualche minuto prima, solo davanti al portiere, aveva preferito passare il pallone al compagno. Osvaldo ringrazia, segna, i tifosi presenti applaudono (circa un migliaio), lui ringrazia anche loro. E i contestatori, spiazzati dal gesto di Totti, restano in silenzio.

Per il resto, la partita contro la squadra degli ex “italiani” Frey e Taiwo regala poche emozioni. Soprattutto nel primo tempo. Garcia, dopo averlo provato in allenamento per tutta la settimana, schiera il diciassettenne Jedvaj a centrocampo davanti alla difesa, accanto a lui Pjanic e Bradley. In difesa ci sono Burdisso e Castan al centro, Torisidis e Balzaretti sulle fasce, in attacco con Totti a sinistra e Lamela a destra il tecnico schiera dall’inizio Osvaldo, nonostante la presenza della trentina di tifosi che in mattinata lo avevano contestato piuttosto duramente e che al fischio d’inizio espongono lo striscione: “Osvaldo mai più con la nostra maglia”. Nei primi 45’ succede poco o nulla e infatti gol non ce ne sono. Da segnalare solo l’esordio di Benatia al posto di un nervoso e appesantito Castan e un Garcia piuttosto alterato che dopo un fallo non fischiato a Osvaldo al limite dell’area, se la prende col guardalinee: “E’ caduto da solo? Ha fatto tutto da solo?”, le parole in perfetto italiano del tecnico francese. Luis Enrique, che era su quella stessa panchina due anni fa e di (e con) arbitri e assistenti non parlava neanche sotto tortura sembra lontano anni luce.

Nella ripresa Garcia toglie Torosidis mettendo Dodò (Balzaretti va a destra) e a centrocampo Jedvaj (poco a suo agio nel ruolo di perno davanti alla difesa) lascia il posto a Marquinho, con Pjanic che passa a fare il regista del 4-2-3-1. In porta al posto di Lobont c’è Skorupski. Al 6’ Sanlin riesce ad entrare in area dalla parte di Balzaretti ma il suo tiro colpisce l’esterno della rete ed è il preludio del gol: dopo 2' cross di Unal, di testa Sestak anticipa tutti e approfitta di uno Skorupski inchiodato in porta per portare in vantaggio i suoi. La Roma si butta in avanti e al 15’ l’arbitro fischia un rigore perché Civelli tocca il pallone con la mano dopo una punizione calciata da Pjanic. Totti prende immediatamente il pallone e lo consegna a Osvaldo. L’italo-argentino segna, si prende l’abbraccio dei compagni e l’applauso di quasi tutti i mille tifosi presenti. Lui ringrazia e poco dopo Garcia lo toglie (insieme a mezza squadra). La partita di fatto finisce lì, la storia di Osvaldo con la Roma, invece, aspetta il suo finale ancora tutto da scrivere. Da ieri, con quel pallone consegnato da Totti all'amico Daniel (che il 10 febbraio a Genova gli aveva “scippato” il penalty, poi fallito), tutta la squadra ha fatto capire chiaramente da che parte sta.







Commento: Una buona Roma, nonostante fossimo 20 giorni indietro di preparazione rispetto ai turchi. Nel primo tempo si fanno vedere soprattutto Pjanic e Lamela (già in splendida forma), mentre nel secondo tempo Osvaldo realizza (su concessione di Totti) il rigore del definitivo 1-1.

mercoledì 17 luglio 2013

AS Roma - Brunico 9-1

SELEZIONE LOCALE RISCONE (4-4-2) - 1 Gatterer; 2 Gamper; 3 Gasser; 4 Unterberger; 5 Nockler; 6 Huber; 7 Oberlechner; 8 Klettenhammer; 9 Emran; 10 Harrasser; 11 Consalvo.

A DISP. 13 De Martin; 14 Niederkofler; 15 Breitenber; 16 Complojer; 17 Aichner; 18 Ulqinaku; 19 Mutschlechner; 20 Oberparleiter.
All. Crepaz Wolfgang

ROMA (4-3-3) - Lobont; Castan, Burdisso, Torosidis, Balzaretti; Pjanic, Bradley, Florenzi, Lamela, Totti, Borriello.

A DISP. Skorupski, Julio Sergio, Jedvaj, Romagnoli, Crescenzi, Dodo, F. Ricci, M. Ricci, Verre, Florenzi, Frediani, Taddei, Marquinho, Caprari, Osvaldo, Tallo.
All. Rudi Garcia

ARBITRO: Rognoni di Val Garda

ASSISTENTI: Fantauzzo e Patil

Marcatori: 2' Florenzi (ROMA), 6' Borriello (ROMA), 23' Totti (ROMA), 31' Florenzi (ROMA), 36' Klettenhammer (S.L), 39' Pjanic (ROMA), 40' Lamela (ROMA), 52' Osvaldo (ROMA), 73' Osvaldo (ROMA), 85' Frediani (ROMA).











Il commento: Beh, che dire... era la prima amichevole della stagione per cui il risultato non conta nulla. Per quanto riguarda la condizione fisica ho visto molto bene Florenzi e abbastanza bene anche Pjanic, abbastanza indietro invece Lamela che ha faticato tutto il tempo che è stato in campo. Acquazzone a parte, una bella giornata per Roma.


martedì 16 luglio 2013

Maicon

Inizia la sua carriera nel campionato brasiliano, precisamente nel Cruzeiro. Con il club di Belo Horizonte vince nel 2003 la Coppa del Brasile e il campionato nazionale. In tutto gioca per quattro anni in Brasile, collezionando 68 presenze e 1 gol.

Nel 2004 passa al Monaco, con cui firma un contratto quadriennale. In totale gioca 75 partite tra campionato e coppe europee realizzando 7 gol.

Nell'estate del 2006 passa all'Inter, che lo preleva per una cifra di 6 milioni di euro circa e gli fa firmare un contratto da 1,5 milioni di euro l'anno fino al 2011. Nella prima stagione in Serie A si guadagna un posto da titolare in maglia nerazzurra, per poi diventare uno dei punti di forza della squadra: lo stesso allenatore dell'Inter, José Mourinho, ha dichiarato di considerarlo un terzino di grandissimo livello e di conseguenza un elemento intoccabile della rosa. Maicon, nonostante il suo ruolo di terzino, risulta utile anche in fase offensiva, totalizzando in 4 anni 16 gol.

Nell'ottobre 2009 viene per la prima volta inserito nella lista dei 30 candidati al Pallone d'oro, vinto poi da Messi, piazzandosi al ventiquattresimo posto. Nel novembre 2009 viene reso noto il prolungamento del contratto fino al 2013, contemporaneamente al suo compagno di squadra Júlio César.

Il 31 dicembre 2010 si è aggiudicato il premio Samba d'Or come migliore calciatore brasiliano dei campionati europei. Il 16 agosto 2011 si procura una lesione del menisco mediale del ginocchio destro infortunio che lo terrà lontano dal campo per più di un mese. Torna in campo il 1º ottobre nella sconfitta interna per 3-0 contro il Napoli risultando il migliore in campo dei suoi. Il 13 marzo 2012 in occasione di Inter-Marsiglia 2-1 di Champions League tocca quota 400 presenze da professionista con i club.
In totale con la maglia dell'Inter ha disputato 248 match segnando 20 gol e fornendo 49 assist in tutto.
Manchester City

Il 31 agosto 2012 passa a titolo definitivo al Manchester City per 4 milioni di euro più 3,5 di bonus. Maicon ha firmato un triennale da 5 milioni di euro netti a stagione.Esordisce con la nuova maglia il 15 settembre nel match in trasferta contro lo Stoke City, partita terminata col punteggio di 1-1.

Il 15 luglio 2013 si trasferisce alla Roma a parametro zero.

Maicon Douglas Sisenando.jpg

Kevin Strootman

Strootman iniziò la sua carriera, a livello giovanile, nel VV Rijsoord. Nel 2007 si trasferì allo Sparta Rotterdam, per cui firmò un contratto. A gennaio 2008 fu promosso in prima squadra. Al termine del campionato 2009-2010, lo Sparta retrocesse. Kevin Strootman, Erik Falkenburg e Nick Viergever, ossia le stelle della squadra, attirarono così l'interesse dei club olandesi.

A gennaio 2011, il centrocampista passò all'Utrecht. Esordì con questa maglia il 19 gennaio, nella vittoria per 2-1 in casa del Venlo.

Il 29 giugno 2011 è ingaggiato dal PSV Eindhoven insieme al compagno di squadra Dries Mertens per un totale complessivo di 13 milioni di euro.[4] Debutta in campionato da titolare in AZ Alkmaar-PSV Eindhoven 3-1 e in Europa League il 15 settembre contro il Legia Varsavia (1-0). Segna il suo primo gol ufficiale il 24 settembre in PSV-Roda JC 7-1 al minuto 34 su assist di Georginio Wijnaldum. Si ripete il 29 settembre in Rapid Bucarest-PSV 1-3 di Europa League. L'8 aprile 2012 vince la Coppa d'Olanda per 3-0 contro l'Heracles Almelo giocando da titolare. Conclude la sua stagione con 30 presenze e 2 gol in campionato.

Segna il suo primo gol nella stagione 2012/2013 il 18 agosto nel 5-0 rifilato al Roda JC. Il 20 ottobre nel 3-2 contro il Willem II mette a segno una doppietta.

Il 16 luglio 2013 si trasferisce alla Roma a titolo definitivo per 18 milioni di euro più bonus.

Kevin Strootman (Olanda)

Strootman sbarca a Roma

L'accoglienza a Strootman, foto Ansa

Dai mugugni di Riscone agli applausi di Fiumicino: è bastato l'arrivo dell'olandese Strootman dal Psv (18 milioni il costo dell'operazione) per far cambiare umore ai tifosi della Roma. Ce n'erano circa 200 al Terminal 1 dell'aeroporto Leonardo da Vinci per dare il benvenuto al nuovo centrocampista giallorosso, sbarcato in Italia dopo un volo diretto da Amsterdam. Per il giocatore foto, cori da stadio e qualche autografo al personale dello scalo.

Si erano dati appuntamenti sui social network, poi hanno letteralmente invaso la zona degli sbarchi per salutarlo. Duecento giovanissimi supporter giallorossi hanno dato una sferzata a questo avvio di stagione della Roma - contagiata dal pessimismo e dalle contestazione del ritiro di Riscone -, accogliendo nel migliore dei modi l'investimento più caro di questa sessione di mercato. Strootman si è presentato in camicia jeans, pantaloni color sabbia, scarpe bianche e uno zainetto sulle spalle. E' stato scortato dalla polizia e da una folla immensa, che lo ha ripreso con i telefonini e fotografato a lungo. Il giocatore, dopo aver messo al collo una sciarpa della sua nuova squadra, è stato fatto salire a bordo di un auto e ha lasciato l'aeroporto.

Ore 17:15 - Il volo sul quale è imbarcato Strootman è l'AZ 109, operato da Alitalia, Klm e Delta e decollato da Amsterdam con 5 minuti di ritardo. 

Ore 18.30 - Già molti tifosi si sono radunati fuori dal Terminal, in attesa che il volo di Strootman atterri sulla pista di Fiumicino.

Ore 18:35 - Arriva anche Fabio Parisi, il procuratore di Strootman.

Ore 18:40 - Strootman sarà fatto uscire dai gate delle partenze. Circa una ventina di tifosi lo stanno attendendo all'uscita.

Ore 18:50 - Aumentano i tifosi, al momento saranno oltre 50.

Ore 18:55 - Il Volo con a bordo Kevin Strootman non è ancora atterato. 

Ore 18.58 - I tifosi sono oltre 100.

Ore 19:10 - Il volo è in ritardo di qualche minuto. Precisamente sbarcherà alle 19.15.

Ore 19.14 - I tifosi aumentano. Adesso sono circa 200.

Ore 19:15 - Il volo sul quale è imbarcato Strootman (l'AZ 109) operato da Alitalia, Klm e Delta e decollato da Amsterdam, è atterrato alle 19.15.

Ore 19:20 - Piccoli problemi di sicurezza, infatti i tifosi aumentano e la sicurezza di ADR (Aeroporti di Roma) ipotizza di far uscire Strootman da un'uscita secondaria.

Ore 19.30 - Il giocatore è "marcato stretto" dalla polizia e dagli addetti stampa di AS Roma.

Ore 19:37 - Strootman è ancora all'interno dello scalo Internazionale Leaonardo Da Vinci, a breve è prevista la sua uscita, ed il suo primo "Bagno di Folla" con i numerosi tifosi presenti.

Ore 19.40 - Kevin Strootman è uscito all'esterno dell'aeroporto, ed è subito salito sulla macchina di servizio.


lunedì 15 luglio 2013

Maicon sbarca a Roma

E' il giorno di Maicon. Il terzino brasiliano è sbarcato nella Capitale ed è pronto ad iniziare la sua nuova avventura con la maglia della Roma. Il giocatore arriva dal Manchester City: in passato è stato uno dei grandi protagonisti dell'Inter di Mourinho. Secondo le ultime indiscrezioni arriva a titolo definitivo ed è pronto a firmare un contratto triennale. Il giocatore è atterrato poco prima delle 7.00 con un volo proveniente da San Paolo del Brasile all'aeroporto di Fiumicino.






domenica 14 luglio 2013

LA STORIA DELLA CURVA SUD


Il mito della Curva Sud trae origine dall’attività di alcuni gruppi ultras storici operanti nel settore più popolare dello stadio ben prima del fatidico 1977, anno di fondazione del famigerato CUCS.

La curva Sud dei primi anni ’70 non era propriamente un luogo di ritrovo dei boyscouts. Il settore era occupato da alcune decine di “gruppettari”, schierati politicamente ed organizzati in piccoli gruppi rumorosi, autonomi e disorganizzati, accomunati solamente dall’amore per la Roma: un amore che spesso si traduceva in atti di teppismo contro i marmi fino ad allora immacolati dello stadio, deturpati con scritte  e scarabocchi dai toni non proprio amichevoli, e contro la polizia. Gli scontri contro le forze dell’ordine si inasprirono dal 1976: la guerriglia che fece seguito alla sconfitta per 0-1 contro la Juventus -ed alla reazione spropositata dei celerini al lancio di agrumi dei tifosi-  testimonia il clima del tempo.

Alle origini del mito che rivoluzionò il modo di intendere il tifo vi erano diversi gruppi. Tra questi:

GUERRIGLIERI DELLA CURVA SUD: Il gruppo, capeggiato da Massimo Bonerba, risulta tra i primi a comparire in Sud: lo striscione di rappresentanza, infatti, appare posizionato già nel 1967. Gruppo con connotazioni politche di destra posizionato sullo storico muretto della Sud dal quale Dante arringava la curva. Altro personaggio di spicco del gruppo era sicuramente Mario Corsi, oggi popolare conduttore radiofonico.

FEDAYN: gruppo con connotazioni politiche di sinistra -vi figuravano elementi di Lotta Continua ed Autonomia Operaia- proveniente dal quartiere Quadraro-Cinecittà, opera in Sud dal 1972. Fondatore e figura di riferimento del gruppo posizionato sul muretto numero 17 fu Roberto Rulli, tra i più attivi sostenitori del progetto CUCS. Proprio l’indiscusso capo dei Fedayn spiegò in una intervista del 1977 a “Giallorossi” l’origine del nome del gruppo:”La gente che ci vedeva per strada, in quel periodo che la nostra squadra non andava molto bene, ci dava dei suicidi, dei kamikaze e ci diceva ‘siete peggio dei Fedayn’. Da allora quel nome che ci avevano affibbiato ci è piaciuto e lo abbiamo tenuto”.

BOYS: gruppo con connotazioni politiche di destra, i BOYS si distinguono dagli altri gruppi per l’estrazione borghese: il reclutamento avveniva nei quartieri benestanti della capitale, come i Parioli e la Balduina. Fondatore del gruppo fu Antonio Bongi, il cui obiettivo era quello di organizzare una formazione che si distinguesse dalle altre, tradizionalmente di estrazione popolare. Cominciano la loro attività in nord, quando si trasferiscono in Sud costringono al trasloco i supporters della Lazio, con i quali il tifo giallorosso era ancora costretto a coabitare.  I BOYS confluiscono nel CUCS ed ammainano il loro striscione identificativo, che farà la sua ricomparsa nel 1984.

PANTHERS: unico gruppo guidato da Italo, collocato in nord

FOSSA DEI LUPI: gruppo guidato da Vittorio Trenta (oggi conduttore radiofonico) e Stefano Scarciofolo, attivo fin dai primi anni ’70.

Gruppi storici, voce e coraggio, ma poca organizzazione: si trattava prevalentemente di compagini da 30-40 componenti sistemate in curva per quartiere. I cori, figli dello spontaneismo, si sovrapponevano, generando sostanzialmenente una gran confusione: mancava una strategia comune. A questo miravano gli esponenti di spicco dei vari gruppi.

Il 9 gennaio 1977, in occasione di Roma-Sampdoria (3-0), il Commando Ultrà Curva Sud faceva la sua comparsa in curva sud. Fu Antonio Bongi, leader dei Boys, a proporre il nome: “Mi venne in mente scorrendo un articolo sul Corriere della Sera, che parlava di scontri di palestinesi; lessi commando di ultrà, mi piacque il nome e lo sottoposi alla votazione degli altri responsabili dei gruppi: passò a maggioranza“. Come simbolo furono scelte le lettere U e R rosse con incastonato un fulmine.

Wikipedia definisce in maniera accademica il CUCS, Commando Ultrà Curva Sud, come “un gruppo organizzato di tifosi ultras della squadra di calcio della Roma“. In realtà il CUCS fu un movimento unico di popolo e di idee disposto a qualsiasi sacrificio per l’incitamento continuo e compatto dei colori della propria squadra del cuore.

Il CUCS nacque sull’esempio di alcuni gruppi organizzati preesistenti, come gli Ultras Granata del Torino, ma diede alla parola tifo identità e sostanza: dal momento della sua comparsa il mondo intero ammirerà, cercherà di imitare, applaudirà quel monolite giallorosso sempre presente, a prescidere dal valore della squadra o dai rapporti con la società -da cui peraltro il Commando rifuggeva-  perché “la Roma non si discute, si ama“.

Elemento di spicco del gruppo fu Geppo. Il gruppo, che in trasferta esibiva lo striscione più piccolo Ultrà Roma, nel decennio 1977-1987 dettò legge e fece scuola in qualunque stadio del mondo. Il rullio dei tamburi, le bandiere sventolate al cielo, le torcie che garantivano calore e colore, le coreografie domenicali di Stefano Scarciofolo che non temevano confronti, le sciarpate ed i canti incessanti orchestrati sapientemente per garantirne intensità e continuità trasformarono gli spettatori in ultras. Il racconto dell’esordio è affidato ad uno stralcio tratto dalla storia del CUCS, pubblicata a puntate su Giallorossi nel 1983: “…fu qualcosa di stupendo, ci fecero entrare prima dell’apertura dei cancelli, eravamo soli in quello stadio così grande per noi, ci sentivamo i veri protagonisti della giornata. Eravamo tutti lì, emozionati dietro il nostro, finalmente nostro ed unico, striscione (42 m), bombardati dai flash delle macchine fotografiche. Poi la partita, quel sonante 3-0 alla Sampdoria, tanto amore, molta passione e un tifo tutto sommato soddisfacente, se si pensa che era solo l’inizio, forse un solo errore, quello di cantare anche prima della partita e ritrovarsi per il secondo tempo senza voce, un errore che cercammo di eliminare di volta in volta (…) Da parte del resto della tifoseria romanista non ci furono grandi reazioni, anche perché la nostra postazione non permetteva di vedere il nuovo striscione. Naturalmente serpeggiava una grande curiosità, si cercava di scoprire chi fossero questi ragazzi che volevano far nascere un gruppo ultrà che sarebbe diventato negli anni a seguire il più forte d’Italia (…)

L’anno 1977 fu soprattutto un anno di ambientamento dovevamo ancora affiatarci, e cosa forse ancor più importante, ci conoscevamo poco. Avevamo solo otto tamburi e due bandieroni, tra noi vi era già molto entusiasmo e tanta voglia di fare meglio.

Nel 1978 cominciarono i primi problemi finanziari, avevamo già raggiunto venti tamburi, molte bandiere erano state costruite, ogni Domenica accendevamo un gran numero di fiaccole e fumogeni, tutte cose che comportavano una notevole spesa. Decidemmo, oltre ad autofinanziarci, di sponsorizzare la nostra immagine stampando adesivi e magliette che ogni Domenica vendevamo allo stadio (…) Tutto questo però non bastava, eravamo quasi sempre in rosso, risultava necessario allora iniziare con il tesseramento, che ci aiutò oltre che dal punto di vista economico anche a sapere su quante equali persone poter contare“.

Dal libro “Commando Ultrà Curva Sud“:”Eravamo i migliori, e non è certo la presunzione a farci parlare. I gruppi di tutta Italia ci invidiavano e ci imitavano, molti venivano a Roma per vedere da vicino cosa eravamo capaci di fare. Il tifo era una voce sola, l’unione era perfetta, i nostri tamburi rullavano come mai in passato”.

Una perfetta macchina da tifo in grado di superare qualsiasi avversario, qualsiasi ostacolo, qualsiasi evento: anche il derby del 28 ottobre 1979, il derby dell’uccisione di Vincenzo Paparelli.

Vincenzo Paparelli
Da Wikipedia: Il 28 ottobre 1979, poco prima dell’inizio dell’attesissimo derby si consumò un episodio tragico che coinvolse un sostenitore della Lazio: Vincenzo Paparelli. Sembrava un giorno di festa. La squadra romanista vantava una dirigenza rinnovata, il ritorno del tecnico svedese e del beniamino Rocca, un estremo difensore valido, tutti elementi per riscattarsi da un campionato 1978 – ’79 ed un ultimo derby davvero avvilenti. Mentre i tifosi erano in attesa dell’ingresso delle due squadre in campo dalla Curva Sud dello Stadio Olimpico, c’era uno scambio di insulti tra le tifoserie, a suon di striscioni infamanti e croci piantate sul campo. Un tifoso romanista spara un razzo. Uno sfrigolio ed una scia di un bianco sporco attraversa lo stadio in un istante per colpire ad un occhio il sostenitore della Lazio nella curva opposta.

È una morte istantanea. Viene condotto inutilmente all’ospedale romano di Santo Spirito. Autoriparatore, 33 anni, lascia la moglie e due figli. Nonostante la notizia fosse giunta anche negli spogliatoi, l’arbitro D’Elia decise di far giocare comunque la gara, immersa in un’atmosfera surreale – che terminò in pareggio sull’1-1, goal silenzioso di Zucchini e pareggio di Pruzzo. Il giorno dopo quotidiano Il “Tempo”riporta «in esclusiva» l’immagine dell’uomo appena colpito, sembra un fotogramma di un film horror. Il medico dell’ambulanza aveva detto di non aver visto niente di simile neppure in guerra. Paparelli fu la seconda vittima italiana della violenza negli stadi. Il responsabile materiale dell’uccisione, Giovanni Fiorillo, diciassettenne, lavoratore saltuario come imbianchino, aveva acquistato con alcuni amici una partita di razzi nautici da segnalazione – con involucro metallico e ca. 2 km di gittata – contrabbandati da un rivenditore di materiali agricoli. Il commerciante se la caverà con una lieve condanna. Costituitosi dopo diciotto mesi di latitanza in Svizzera, al processo Fiorillo affermerà di non esser stato messo al corrente della natura letale degli ordigni. Il giovane verrà condannato a sette anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e non colposo. Una volta scontata la pena tornerà nuovamente in carcere per piccoli reati e morirà nel 1993 per un male incurabile”.

Tutto cambiò. Ancora dal libro “Commando Ultrà Curva Sud“:”Il presidente Anzalone lasciò la guida della società: al suo posto uno sconosciuto, almeno per noi, che rispondeva al nome di Dino Viola. Avevamo grandi progetti, iniziavamo i primi timidi colloqui con il nuovo presidente, ma tutto fu irrimediabilmente spezzato nel derby del 28 ottobre 1979: Vincenzo Paparelli, un tifoso della Lazio fu ucciso da un razzo sparato dalla curva Sud. Via i tamburi, via gli striscioni; i nostri slogan? Apologia di reato! Il nostro nome? Banda armata!Per noi tutte le serrande abbassate, non ci conosceva più nessuno. Chi eravamo? Strati sottoproletari di gioventù violenta (…) La successiva partita in casa fu Roma-Ascoli; eravamo in pochi, circondati da poliziotti in borghese, uno stadio gelido, un pubblico freddo. L’unico coro era il nostro, urlato con tanto coraggio, con la consapevolezza di continuare a cantare e a stare su quel muretto che anto aveva significato per noi. Avevamo trascorso tutto l’anno senza il nostro striscione, messo sotto sequestro. Al suo posto una frase: ‘Forza ragazzi, la Sud è con voi!’. Anche sciarpe e magliette con il nostro marchio avevano il divieto di ingresso. Ci avevano preso anche i tamburi, restavamo solo con voce e mani a difendere la squadra. In semifinale (coppa Italia, Roma-Ternana) il Commando Ultrà scese in sciopero chiedendo almeno la restituzione dei tamburi.

Bisognò attendere la finale di Coppa Italia con il Torino per rivedere in azione il tifo organizzato: “Una scritta in polistirolo colorata a tricolore diceva:’Coppa Italia sarà’. Dietro 3000 bandierine dividevano il gruppo in tre settori: uno bianco, uno verde, uno rosso. I tempi cupi ormai erano finiti“.

Nel 1987 il compianto presidente Dino Viola cede Carletto Ancelotti e decide di ingaggiare Lionello Manfredonia, il nemico perfetto del tifoso giallorosso.

Nato calcisticamente nella Lazio, squadra di cui era tifoso, Lionello Manfredonia rimase coinvolto nello scandalo del calcio scommesse con il collega Bruno Giordano, si rese protagonista di alcune dichiarazioni poco felici sulla tifoseria giallorossa e fece in tempo a vincere uno scudetto ed una Coppa Intercontinentale con la Juventus prima di firmare per la Roma.

La reazione della Curva Sud fu compatta e precedette l’acquisto del mediano. Due striscioni, ”Viola non ci vomitare Manfredonia” e “Viola compra tutti tranne i venduti” e dell’eloquente “Manfredonia dacci le quote” riassunsero inequivocabilmente la reazione degli ultrà alla notizia di calciomercato.

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Quello che avvenne in seguito all’ingaggio di Manfredonia è come sempre illustrato al meglio sul sito Asromaultras.it, che riporta un passaggio del libro di Marco Impiglia “Forza Roma, daje lupi“:”…il CUCS si spaccò in due: un gruppo, capeggiato da Malfati e comprendente ottimi organizzatori come Elio Nunzi, Pietro Uinni, Marco Bartolini, si espresse a favore della decisione del presidente, allineandosi alla posizione dell’Associazione Italiana Roma Clubs; un altro, guidato dal carismatico Trenta e comprendente quasi per intero il gruppo dirigente (tra gli altri: Venturelli, Scarciofolo, Roberto Molinari, Gianluigi Frea, Franco Nicastro, Roberto Cucculelli, Massimo Dolce, Luca Laganà), si schierò contro le direttive societarie. Il gruppgamo di Malfatti prese la denominazione di Vecchio Cucs, quello di Trenta si chiamò CUCS-Gam. Il Gam cercò inutilmente di ottenere le scuse ufficiali da Manfredonia durante il ritiro di Vipiteno…il campionato cominciò con la visione manifesta della spaccatura avvenuta in Curva Sud: il Vecchio CUCS dal lato Monte Mario e il CUCS-Gam dal lato Tribuna Tevere si dividevano equamente lo spazio. . La curva si spacca e torna ad essere frammentata: ricompare lo striscione dei Boys, i Fedayn si astengono dal tifo, il CUCS-Gam tifa solo in assenza del traditore, manifesta il suo dissenso con striscioni eloquenti (“Manfredonia boia non ti ameremo mai”) e registra il proprio marchio per difendersi dal Vecchio CUCS che rivendica la paternità del gruppo originario e si accasa sullo storico muretto. Sorprendentemente, il Vecchio CUCS interpreta meglio gli umori della curva, che nonostante i trascorsi, accetta Manfredonia in quanto giocatore della Roma.

cucsgamL’insostenibilità della situazione emerge in tutta la sua gravità in occasione di Roma-Genoa del 2 settembre 1987, partita di Coppa Italia che si disputò al Flaminio: il CUCS-Gam espone uno striscione con la scritta “Indegno, levati quella maglia” e viene aggredito da centinaia di persone, anche con i coltelli.

Nel frattempo, il 4 maggio 1989 Antonio De Falchi muore d’infarto nel corso di un’imboscata degli ultrà del Milan nei dintorni dello stadio San Siro.

La frattura è ormai insanabile, e neanche l’interruzione della carriera agonistica di Manfredonia per problemi cardiaci (Bologna-Roma, 30-12-1990) riesce a ricomporre la curva. Il CUCS-Gam si divide ulteriormente: in opposizione a tutti gli altri gruppi nasce Opposta Fazione.


Nel 1991-1992, “per il bene della Roma“,  CUCS-Gam e Vecchio CUCS si riuniscono: un accanimento terapeutico che non potrà in alcun modo evitare il naufragio del gruppo, sempre più incapace di interpretare il mutamento dei tempi.

Il definitivo accantonamento del CUCS arriva nella stagione 1999-2000, durante la partita Roma-Inter: gli As Roma Ultras, che riuniscono diversi gruppi ubicati nella parte bassa della Sud, “pensionano” senza troppi convenevoli ciò che rimane del CUCS, affidandolo alla leggenda.

Gli As Roma Ultras per tre stagioni riportano in auge il tifo giallorosso, lanciano nuovi cori e ripristinano la tradizione coreografica della curva, ma l’impossibilità di governare le dinamiche interne alla curva stessa ne determina lo scioglimento nel marzo 2002. Ricompostosi, il gruppo scomparirà definitivamente nella stagione 2003/2004.

Il resto è storia d’oggi, una storia di divisioni e particolarismi, accentuata dalla stretta repressiva susseguente la morte dell’ispettore Filippo Raciti: con intatta forza sono sopravvissuti nella parte alta della curva Ultras Primavalle, Fedayn e Boys.

Dal 2010, per protesta, nessuno di questi gruppi espone più il proprio striscione.

Dal 2014 la Curva Sud è simbolicamente riunita sotto lo striscione "ROMA".


Lukas Skorupski

L'A.S. Roma comunica di aver raggiunto l'accordo per il trasferimento del portiere polacco Lukas Skorupski dal Gornik Zabrze per la cifra di  € 890.000.


Skorupski sarà il terzo portiere per la stagione 2013/2014

mercoledì 10 luglio 2013

Tin Jedvaj

Classe '95, difensore della Dinamo Zagabria è uno dei più grandi difensori di prospettiva del panorama mondiale. La Roma se l'è aggiudicato per 5 milioni.


Mehdi Benatia

Nato da padre marocchino e madre algerina, muove i primi passi da calciatore nell'Evry e nel Créteil, prima di entrare nel prestigioso Istituto Nazionale di Calcio di Clairefontaine, punto di riferimento per gli osservatori di Manchester United e Chelsea.

Decide di entrare nel settore giovanile dell'Olympique Marsiglia, dove rimane per più di quattro anni. Con lo scopo di fare esperienza, nel 2006 viene prestato al Tours, dove disputa 29 partite, e nella stagione successiva al Lorient, dove tuttavia non scende mai in campo a causa di un grave infortunio al ginocchio.

Tornato a Marsiglia, non trova spazio nella squadra, e il 26 giugno 2008 accetta il trasferimento a titolo definitivo al Clérmont, club di Ligue 2. Qui riesce a trovare grande continuità e le sue brillanti prestazioni destano gli interessi di molti club europei

Viene acquistato dall'Udinese nel gennaio 2010 per 500.000 euro,[1] ma resta fino a fine stagione nel Clérmont.

Nel settembre 2010 inizia la stagione a Udine, esordendo contro l'Inter, e alla sesta giornata di campionato contro il Cesena segna il suo primo gol con la maglia bianconera in una mischia in area di rigore al 92', portando alla vittoria la sua squadra e ponendo fine alla striscia negativa dell'Udinese. All'ottava giornata, contro il Palermo, segna la sua seconda rete stagionale, aprendo le marcature nel vittorioso 2-1 finale. Ritorna al gol il 13 marzo 2011 alla ventinovesima giornata, quando segna di testa su corner del capitano Di Natale il gol del vantaggio bianconero al Sant'Elia di Cagliari (4-0 lo score finale). L'Udinese termina la stagione al quarto posto, accedendo ai preliminari di Champions League, lui gioca 34 partite andando in gol 3 volte.

Nella stagione successiva, iniziata con l'eliminazione dalla Champions e la "retrocessione" in Europa League, realizza un'unica rete in campionato, nella partita del 2 ottobre vinta per 2-0 con il Bologna. Il 20 ottobre successivo realizza la sua prima rete europea, nella vittoria per 2-0 sull'Atletico Madrid (futuro vincitore della competizione) nei gironi di Europa League. Termina la stagione con un totale di 38 presenze e 2 gol e l'Udinese si piazza alla quinta posizione, accedendo ai preliminari di Europa League.

Nell'estate 2013 si trasferisce alla Roma per 6,5 milioni di euro complessivi. 


BENVENUTO A ROMA MEHDI

martedì 9 luglio 2013

AMARCORD

Fiorentina-Roma 1980/81 - In trasferta

Roma-Torino 1982/83 - Festeggiamenti  2° Scudetto

Roma-Foggia 1994/95 - Fumogenata

Lazio-Roma 1994/95 - Coreografia

Roma-Parma 2000/01 - Festeggiamenti 3° Scudetto


Chievo-Roma 2009/10 - 15.000 Romanisti a Verona